Questa
è la accattivante recensione di Elisa
Roncalli, che ringrazio, pubblicata dal
quotidiano L'Eco
di Bergamo nelle pagine cultura e spettacoli.
Un
appassionate thriller storico ambientato nella laguna sul quale
intende far luce Francesco Barbarigo
Tutto comincia il 16
aprile 1605 quando, a Venezia, in una misera abitazione
affacciata su Corte Loredan, viene ritrovato il corpo di un
nobile decaduto, tale Nicolo Duodo.
“Il colpo mortale
era stato sferrato alla testa…”. L’arma del delitto? “Un pesante
candelabro a due bracci giaceva riverso poco lontano dal
cadavere”.
Una vicenda di
fantasia dalla quale l’autore fa partire la macchina del suo
thriller storico che si accende con l’omicidio sul quale intende
fare luce Francesco Barbarigo, aristocratico di un’antica
famiglia della Serenissima (personaggio realmente esistito, come
del resto Duodo e altre figure di questa interessante prova
narrativa d’ambientazione storica). Entra in scena con una certa
dose di arroganza, improvvisandosi con leggerezza in questa
caccia all’assassino e incappando in disavventure disparate,
compresa una relazione con una donna bella e indecifrabile,
causa di turbamenti. Trovando poi parecchie occasioni per
pentirsi dei suoi comportamenti superficiali, specie dopo
l’incontro con un suo comprimario, una sorta di “alter ego”,
Domenico Stella, capitano delle guardie.
Sullo sfondo, la
vera protagonista di queste fitte pagine: Venezia. Con le sue
tradizioni e i suoi riti, i suoi palazzi e le sue isole, le sue
calli e i suoi canali, tessere del mosaico composto dall’autore.
A firmare “Il
Signore di Notte. Un giallo nella Venezia del 1605”
(pubblicato
in proprio, pagg. 513, euro 18) – titolo che richiama quei
Signori che costituivano una delle magistrature della
Serenissima, al contempo capi della polizia e giudici – è Gustavo
Vitali, milanese trapiantato da oltre trent’anni anni
nella bergamasca, dove si è appassionato di volo libero in
parapendio (sport al quale presta la sua professione di addetto
stampa).
Il suo esordio
letterario appare tutto dedicato a due passioni: la storia e la
città dei Dogi. “Sin da ragazzino ho sempre avuto una grande
passione per la storia. Mentre gli altri leggevano i fumetti, io
leggevo i sussidiari” racconta Vitali. Perché proprio Venezia?
Continua l’autore: “L’ho visitata, devo aver letto qualcosa e ho
iniziato a raccogliere informazioni. Metà del tempo dedicato a
questo lavoro l’ho impiegato a leggere, a documentarmi”.
Numerosi anni di ricerca bibliografica, storica e archivistica,
con uno sguardo a 360 gradi – dal ricettario di Scappi
all’anatomia delle navi a vela.
Una Venezia, nel periodo qui evocato tra Rinascimento e Barocco, all’alba di un secolo di crisi, sospetto, decadenza. E tuttavia sempre irresistibile, come nei migliori esiti dei pittori vedutisti. E come nella sequenza offerta da Vitali che congeda il lettore dipingendo il protagonista in bilico su un’altana, “braccia protese al vento”, che abbraccia “tutta Venezia fino all’orizzonte”.
Un anno e mezzo con il Signore di Notte
Il Signore di Notte: presentazioni sospese e recensioni del libro